Mi chiamo Davide.
Sö ‘n pastùr, ‘n casée, ‘n om de muntagna.

Vivo in Valtellina e ogni giornata inizia alle 5 del mattino: mungo le vacche,
faccio il formaggio, porto gli animali al pascolo.
A mezzogiorno si rientra, si mangia, si riposa un attimo. Poi si riparte.

Il ritmo è questo. Non l’ho inventato io. L’ho ereditato.

Da mi pà a mi

Tutto quello che so l’ho imparato da mio padre, e lui dal suo.

I gesti per fare bene un formaggio, il modo di parlare agli animali, il senso del tempo che cambia con le stagioni non sono scritti su un libro. Sono nella memoria delle mani.

Oggi porto avanti questa vita con orgoglio, e provo a raccontarla a chi l’ha dimenticata o non l’ha mai conosciuta.

Non allevo numeri. Allevo animali veri, con nomi, caratteri, abitudini.
La Maya, la Silvia, la Gingle Bell e le altre vacche, capre e maiali sono la mia famiglia allargata.

Vivono all’aperto, seguono i ritmi della montagna, vengono curate con pazienza e rispetto.
Solo così il loro latte diventa qualcosa di buono davvero.

Lat, tèmp e man: i mè formài

I miei formaggi nascono dal latte appena munto, lavorato nel giro di poche ore.

Formaggi freschi e stagionati, a latte crudo, che portano dentro la stagione, l’erba, la pioggia, il sole.

Moda Vegia non è “moda vecchia”.
È un modo antico di vivere che sa ancora dove andare

È fare bene le cose, anche se ci vuole più tempo.
È scegliere la qualità, anche se non è perfetta.
È credere che la montagna non sia in vendita, ma possa essere condivisa.